Marzo

marzo

Nei vivaci contrasti del clima di marzo, con il tepore di un sole che, a tratti, pare attardarsi ad accarezzarla e con una fredda ventata o un improvviso scroscio di pioggia farla rabbrividire, la terra si scuote e si raddolcisce.

…”la stella d’Arturo abbandona allor d’Oceano l’acque divine correnti, e si leva, la prima volta, al tramonto del giorno.............quindi, la rondine appare nel luminoso cielo, che torna la nuova stagione........”. Così Esiodo nelle "Opere e i Giorni".

Ora infatti l’aquilone di  Boote si spiega al vento primaverile nel cielo orientale.

La vividissima luce arancione di Arturo, ci guida a ritrovare, a poco a poco, la figura che si stende ampia a nord, con le stelle ro ed epsilon o Izar, gamma o Seginus, delta e beta o Nekkar.

Struve ha chiamato la stella doppia Izar “pulcherrima” per lo sfolgorante colore giallo della prima componente e per l’azzurro verde dell’altra. Purtroppo, data la notevole diversità di grandezza visuale sono difficilmente separabili con piccoli strumenti.

Più a nord di Boote, appena spuntata dall’orizzonte, la piccola Corona Boreale, caratterizzate dalla sua forma semicircolare costituita da sette stelle: teta, beta, alfa, delta, epsilon e iota. L’ alfa, Perla o Gemma, splende con luce variabile.

Ancora offuscata dalle nebbie del basso nord est si alza lentamente la figura d’Ercole. Di giorno in giorno ritroveremo più facilmente la macchia sfumata dell’ammasso globulare M 13 tra le stelle eta e zeta e dell’ammasso M 92, tra le stelle eta e iota,  la cui parte centrale spicca nei cannocchiali più brillante e netta di quella dell’M 13.

Verso sud tra Arturo e Denebola, beta del Leone, i Cani da Caccia e la Chioma di Berenice.

Le braccia aperte della Vergine, si levano, con le stelle gamma, delta, epsilon, eta e beta, quasi a raccogliere ed offrire la bellezza di innumerevoli nebulose, di abissali visioni d’universi lontani. Verso la fine del mese, prima che il sempre più tardo tramonto del Sole renda difficile l’osservazione, puntiamo il cannocchiale verso questa grande finestra aperta sulle profondità del Creato.

A sud il Leone si arrampica verso il meridiano.

Il grosso Corvo, delimitato da un quadrilatero di stelle di terza grandezza con all’interno la debole luce diffusa della nebulosa planetaria NGC 4361 precede, ad ovest, la Coppa, che possiamo descrivere come composta da un sostegno triangolare formato dalle stelle alfa, gamma, delta, e dalla coppa vera e propria con le stelle teta, epsilon, zeta ed eta.

L’Idra, dall’equatore, dove appoggia la piccola testa, si snoda con il lungo corpo per un enorme spazio di cielo. Il rosso cuore del mostro è Alphard, “la Solitaria” sperduta in questo cielo di pallide stelle.

Aiutano a trovarla Regolo e Procione, base di un triangolo, di cui l’alfa dell’Idra è il vertice.

Si avviano ad un glorioso tramonto nel cielo di sud ovest, la costellazione del Toro, appena preceduta dalle Pleiadi, l’Auriga ed Orione, il Cane Maggiore con Sirio, il Cane Minore con Procione.

Castore e Polluce circondano lo zenith, dove non si trovano che le fioche stelle della Lince, la Giraffa, l’Orsa Maggiore, il Leone Minore, che racchiude nella sua modesta dimensione, una ricchezza notevole di galassie, debolmente splendenti nei piccoli cannocchiali.

Perseo e Cassiopea, ancora alte nel cielo nord occidentale, guardano Andromeda scomparire a nord-ovest.

 Su un immaginario trono, al cui fianco sono accovacciati l’Orsa Minore e il Drago, è Cefeo, Augusto marito di Cassiopea e amorevole padre di Andromeda.

 

 

[Alfabeto greco]-[Cittadella di Scienze della Natura ]-[Osservatorio Astronomico]