18 luglio 1987 l'alluvione della Valtellina

a cura di Paolo Valisa

Il 17 e 18 luglio del 1987 si verifica un'irruzione di aria fredda proveniente dall'Islanda verso la Francia e la regione alpina, dove stazionava aria calda e afosa dovuta alla lunga permanenza dell'anticiclone nelle prime due settimane di luglio. Si viene così a creare una situazione meteorologica tipicamente autunnale con un profondo minimo depressionario sulle Isole Britanniche e la perturbazione associata che avanza dalla Francia verso le Alpi. La perturbazione è preceduta da forti correnti in quota, calde e molto umide da SW, mentre è seguita da aria particolarmente fresca di origine Islandese. Il giorno 18 dietro alla perturbazione la temperatura dell'aria a 1500 m era di soli 6°C, mentre sulle Alpi alla stessa quota la temperatura era di ben 15°C. Il forte contrasto termico ha fornito l'energia per il verificarsi di precipitazioni convettive particolarmente intense che si sono mantenute stazionarie per circa 24 ore.



Immagini nel canale visibile del satellite meteosat ricevute dal CGP il 17 e 18 luglio 1987. Illustrano la progressione della perturbazione atlantica che ha investito la regione alpina.

Il primo ad accorgersi della pericolosa situazione meteorologica fu il prof. Salvatore Furia che dirama il 16 luglio un bollettino meteorologico tramite fax al Servizio Protezione Civile della Lombardia, con una previsione di 72 ore di forti perturbazioni e fenomeni temporaleschi. Poi, sulla base delle osservazioni in corso (nubifragi in alta Savoia), il venerdì 17, alle ore 18.15, il Centro Geofisico Prealpino richiede alla struttura regionale l’allertamento del Genio Civile (non esisteva ancora la Protezione Civile Regionale) e delle altre strutture pubbliche di vigilanza e intervento, in vista delle conseguenze che i fenomeni previsti possono avere. Su richiesta della Regione, una copia del messaggio viene inviata anche al Dipartimento a Roma e alle Prefetture interessate.
Una completa documentazione storica degli eventi è disponibile sullo speciale di Ispro (Istitudo Sudi e Ricerche sulla Protezione Civile) OnLine .



Carta meteorologica di analisi al suolo del giorno 18 luglio alle ore 12 diramata dal servizio meteorologico tedesco (DWD) e ricevuta tramite radio telescrivente dal CGP (lontani ancora i tempi di internet...) che mostra la formazione della bassa pressione secondaria sulla pianura padana che ha alimentato per oltre 24 ore intense piogge e temporali.

Il quantitativo di pioggia che cade sulla Valtellina nei soli giorni 17, 18 e 18 è impressionante con punte di oltre 400 mm sulle Orobie, circa il 30% della pioggia annuale con conseguente rapido straripamento dell’Adda e di numerosi torrenti che provocano allagamenti diffusi, danni agli impianti Enel e Sip e l’interruzione di gran parte degli assi stradali isolando l’alta valle.
Intanto, a Tartano, un residence, dopo aver fatto da tappo ad una esondazione, cede e crolla su un albergo, la “Gran Baita”, causando 12 morti, 2 dispersi e 10 feriti. Trecento sfollati si registrano a Sondrio.



Carta delle isoiete del mese di luglio 1987.

Tra gli innumerevoli disastri provocati dall'alluvione, si scopre il giorno 25 un ampio fronte di frana in località Valdipola. Il giorno 27 si decide provvidenzialmente l'evacuazione di 1300 abitanti della valle dei paesi di Sant'Antonio Morignone e San Martino Serravalle. Quando il giorno 28 la frana si stacca dal Pizzo Coppetto alle ore 7:25, i due paesi vengono travolti e sepolti. La caduta dei 40 milioni di mc di rocce genera un'onda sismica registrata anche dai sismografi di Campo dei Fiori.
Purtroppo il paese di Aquilone, sul lato opposto della valle, viene travolto dall'onda d'urto della frana e si registrano 27 vittime.



Registrazione sismica del giorno 28 luglio 1987 del sismografo di Campo dei Fiori con la traccia della grande frana della Valtellina.



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