Un'Aurora boreale incendia il cielo notturno del nord Italia

All'Osservatorio astronomico di Campo dei Fiori (Varese) centinaia di telefonate

L'Aurora polare di Venerdì 6 Aprile 2000 alle ore 01.30, ripresa dalla sede del Centro Geofisico Prealpino a Varese- (pellicola Fujichrome Sensia II 100A, Camera Nikon, obiettivo mm 50 f2.8 - posa 1' - foto- S.Furia)
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Nelle prime ore di Venerdì 6 aprile 2000, precisamente tra le ore 01 e le ore 3.40 circa, i cieli dell'Italia settentrionale sono stati interessati da un raro e insolito fenomeno, almeno per le nostre latitudini: una Aurora boreale.

Pochi minuti dopo le ore 01 un leggero vento da nord si era levato e rapidamente aveva sgomberato il cielo da una fitta coltre di nubi basse, che avevano seguito lo sviluppo di imponenti cumuli temporaleschi formatisi nel pomeriggio precedente.

Il cielo si era rapidamente rasserenato, e le nuvole avevano lasciato il posto alle stelle lucenti di un cielo primaverile, senza Luna.

Ed ecco che, improvvisamente, il silenzio della notte veniva interrotto quasi simultaneamente sia nell'edificio dell'Osservatorio astronomico di Campo dei Fiori, sia nella sede operativa del Centro Geofisico Prealpino a Varese, da una raffica di telefonate, provenienti da varie località del centro nord della provincia.


In cielo si stava verificando spettacolo grandioso e inquietante: un' Aurora boreale.

Da Nord Ovest a Nord Est, per un arco di circa 150 gradi e in elevazione, per oltre 50 gradi (più dell'altezza della stella Polare) il cielo era divenuto rosso sangue.

Sembrava che un immane incendio stesse infiammando i monti all'orizzonte nord.

Chi preoccupato temeva che stesse bruciando il Campo dei Fiori, chi pensava ad una strana interferenza del "buco nell'ozono", chi ancora paventava un'esplosione nucleare….

Nessuno dei numerosi "nottambuli" che hanno interpellato il prof. Furia e i volontari di turno al Centro Geofisico e all'Osservatorio di Campo dei Fiori aveva mai assistito ad un simile evento.

Lo stesso prof. Furia fu testimone di un' Aurora boreale simile il 19 marzo 1957, mentre prima ancora nel 1937 si verificò un fenomeno analogo.

Dalle comunicazioni internazionali diramate tramite Internet, il fenomeno ha interessato l'emisfero Nord del globo, dagli Stati Uniti all'Asia all'Europa, fino all'insolita latitudine di circa 46 gradi. (vedi SITO NASA

Fin 'ora ci sono giunte segnalazioni da svariate località tra Varese e il nord del varesotto, poche dalla parte sud della provincia, fino a Tradate.

Sarebbe interessante sapere se altri osservatori hanno assistito al fenomeno anche dall'hinterland milanese, anche se la presenza del forte inquinamento luminoso può certamente aver contribuito ad "ammazzare" anche la suggestiva luce dell'Aurora boreale.


La spiegazione scientifica: tutta colpa del vento solare


La Terra è circondata da un'atmosfera gassosa, via via sempre più rarefatta, formata da un miscuglio di gas (azoto, ossigeno, anidride carbonica, gas rari ecc.) che si mantiene omogeneo fino a circa 80-100 Km dal suolo.

Ma già a partire da circa 50-70 Km l'atmosfera è caratterizzata dalla presenza di un grandissimo numero di particelle dotate di cariche elettriche (ioni) prodotte dalle radiazioni X ed ultraviolette del Sole e dai raggi cosmici. Inizia qui la "ionosfera", grazie alla quale sono possibili le trasmissioni radio perché riflette le radio-onde emesse dalla superficie terrestre e ne consente la propagazione anche a grande distanza.

disegno tratto dal sito NASA
Altro Sito NASA e ACE Real Time Solar Wind sul Vento Solare
La ionosfera non ha un confine ben definito, tant'è che si considera "sfumare" gradualmente nello spazio, fino a confondersi con le particelle del "vento solare".

Tale vento, che viene misurato da satelliti specializzati americani proprio come un vento terrestre, in Km al secondo, è un flusso di particelle cariche elettricamente, emesse dal Sole nello spazio.
Oltre la ionosfera nello spazio si estende la magnetosfera, che costituisce una sorta di "barriera" che il vento solare investe in pieno e distende in una lungo coda cilindrica, proprio come fa con la coda delle comete. Questo vento di particelle trasporta anche una parte del campo magnetico solare, creando così un campo interplanetario circa 10.000 volte più debole di quello generato dalla terra.
Quando le direzioni del campo magnetico terrestre e di quello interplanetario sono favorevoli, le loro linee di forza si uniscono.

Le particelle solari che penetrano nella magnetosfera attraverso le zone polari migrano progressivamente verso lo strato neutro all'interno della magnetosfera producento delle potenti correnti elettriche.

All'improvviso si genera una vera "tempesta" magnetica. Le linee del campo magnetico respingono queste particelle cariche elettricamente e al tempo stesso iniettano altre particelle versp le regioni polari della terra.

Se tali particella, in base al loro angolo di "attacco", riescono a penetrare verso gli strati più bassi dell'atmosfera, intorno ai 100 Km di altezza, si scontrano con le particelle ionizzate della ionosfera e in questa "collisione" atomi e molecole emettono luminescenze e colori caratteristici che vanno dal rosso sangue el verde al bianco al blu.

un'altra suggestiva immagine del "vento solare", tratto dal sito NASA. fai clic sull'immagine per ingrandirla.
Le Aurore polari generalmente sono visibili a latitudini elevate, nelle zone circumpolari ma, in presenza di forte attività solare la quantità di particelle che raggiunge la magnetosfera terrestre è tale che occasionalmente la "tempesta magnetica" può raggiungere anche le medie latitudini, come nel nostro caso.

La macchie solari


macchie solari la mattina del 7 aprile 2000, tratte dal sito Osservatorio Solare di Catania.
fai clic sull'immagine per ingrandirla.
macchie solari la mattina del 7 aprile 2000, tratte dal sito NASA.
fai clic sull'immagine per ingrandirla.
Sono quelle caratteristiche zone oscure che si possono osservare sulla superficie del Sole anche con modesti cannocchiali, PURCHE' DOTATI DI APPOSITI FILTRI.
Si tratta di veri e propri "buchi" che si formano sulla superficie apparente del Sole, o fotosfera. Attraverso tali buchi si può vedere la superficie sottostante, la cui temperatura si aggira sui 4500 °K, contro la superficie esterna del Sole, la cui temperatura si aggira sui 5800 °K. Ecco perchè sembrano più scure, perchè mostrano una superficie "meno calda".
La presenza delle macchie solari, è indice della cosiddetta "attivita' solare", connessa al periodico capovolgimento del campo magnetico solare.
Ogni 11 anni circa l'attività solare si intensifica e il numero di macchie solari aumenta.
Tale ciclo è noto come "ciclo delle macchie solari".

secondo la previsione della NASA ci stiamo avvicinando al massimo di attività solare che cadrà verso il 2001.
sito NASA.


La previsione delle aurore polari

Lo spazio attorno alla terra è monitorato da numerosi satelliti, che tengono costantemente sotto controllo sia l'atmosfera sia l'attività fisica che si svolge attorno al nostro pianeta.
Qui sotto riportiamo alcuni siti principali che emettono previsioni quotidiane sulla possibile formazione di aurore polari.
Per quanto attiene il fenomeno osservato nella notte tra il 6 e il 7 Aprile esso era stato previsto dai centro mondiali, anche se non era prevedibile una sua osservazione sino a così basse latitudini.
L'allarme per quella che si stava presentando come una vera e propria "tempesta magnetica" è scattato poco dopo le ore 16.00 UT del 6 Aprile, allorchè il satellite SOHO rilevava una improvvisa impennata nella velocità del vento solare che passava da 400 Km/s a 600 Km/s.

sito NASA. sito NOAA.



Quasi contemporaneamente il satellite NOAA 15 rilevava una forte intensificazione dell'attività "polare".
Poichè l'attività solare è ancora in intensificazione non è da escludere che altre Aurore polari possano osservarsi a basse latitudini anche nei prossimi giorni, almeno fino a che l'intensità del vento solare non diminuirà.
Invitiamo i nostri lettori che avessero realizzato foto o osservazioni interessanti del fenomeno a comunicarcele: le inseriremo volentieri in queste pagine nei prossimi giorni.
L'evento e' raro, ma non eccezionale e vale la pena di essere seguito per la spettacolarità e l'unicità del fenomeno.

Hanno collaborato con il prof. Salvatore Furia a fornire informazioni:
nella sede di Varese Giuditta Galli - nella sede di Campo dei Fiori Claudio Campi e Artur Cura


PREVISIONE AURORE POLARI - SITO NOAA
NASA: DOVE SONO LE AURORE BOREALI OGGI?
PREVISIONE DELLE AURORE
Istituto di Geofisica dell'Alasca







ALCUNI LINK IMPORTANTI

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NOAA Space Environment Center -- Sito ufficiale governativo degli Stati Uniti per il monitoraggio in tempo reale degli eventi solari e geofisici, per le ricerche in fisica terrestre e solare e la previsione delle anomalie geofisiche e solari.

SunspotCycle.com -- Macchie solari e ciclo solare, da Science@NASA.

Osservatorio solare orbitante -- SOHO.

La radiazione X solare -- immagini recenti del Sole a raggi X -- Yohkoh solar observatory.

Vento solare in tempo reale -- Da NASA ACE spacecraft.

Dove sono oggi le Aurore boreali? -- immagini di aurore dal Marshall Space Flight Center

Le più recenti immagini solari -- immagini dal Big Bear Solar Observatory.

Previsione di Aurore -- Università dell' Alaska Geophysical Institute

USGS Magnetic Observatories -- dati geomagnetici dal US Geological Survey.

Thursday's Classroom -- Lezione settimanale.

Sommario delle macchie solari -- da NOAA Space Environment Center.

Dati quotidiani sulle macchie solari e i brillamenti -- da NOAA Space Environment Center.






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