Questa piccola nube
evanescente è forse l'unico oggetto per il quale l'uomo
dispone di un'enorme mole di informazioni storiche e
scientifiche.
Sono gli astronomi cinesi
della dinastia Sung che ci descrivono per primi la
nascita di questo oggetto nelle loro cronache medioevali
nel luglio dell'anno 1054:
nell'ultimo anno
di Chi-ho, della quinta lunazione, il giorno di Chi-ch'ou, una
stella brillantissima apparve a circa qualche pollice a SE da Ten
Kwan ...
ed ancora:
durante il terzo
mese del quinto anno del regno di Chia-yu, il direttore
dell'osservatorio astronomico disse: "la stella meravigliosa
è diventata invisibile; era stata visibile anche di giorno come
Venere al mattino, con raggi puntati in tutte e quattro le
direzioni, il colore era bianco e rossastro e rimase visibile per
23 giorni ...
Testimonianze di questo
straordinario evento sono state identificate anche nei graffiti
rupestri di molte tribù indiane d'America; in particolare lungo
tutto il Navajo Canyon e la White Mesa.
Stranamente non ne esistono
nell'Europa occidentale, ma considerando che questo
evento avvenne in pieno Medioevo si può pensare che sia
stato visto come cattivo presagio e non sia stato
registrato.
La nebulosa,
originata dalla stella, fu visualmente osservata per la
prima volta nel 1731 dall'astronomo inglese J. Bevis, ma
fu indipendentemente riscoperta da Charles Messier nel
1758.Affascinato dall'oggetto il 12 settembre scriveva:
una nebulosità
nei pressi del corno meridionale del Toro.
Non contiene
stelle ed è di una luce biancastra allungata a guisa di fiamma;
la scoprii
durante l'osservazione di una cometa nel 1758.
Nel 1800 Lord Rosse
osservandola con un telescopio da 180 cm rilevò, oltre
al colore biancastro, anche un certo numero di filamenti
più luminosi che gli ricordavano le chele e le zampe di
un granchio, da cui il nome della nebulosa.
Nel 1921 K- Lundmark, durante
che sue osservazioni su questo oggetto notò che la
posizione con quella della supernova del 1054.Calcoli successivi
rivelarono che si trattava proprio dei resti di questa
stella, che nel momento di massimo splendore ebbe una
luminosità paro a 300 milioni di soli.
Questa scoperta attirò su M1
l'interesse di molti astronomi, in quanto permetteva di
studiare ciò che rimaneva di una stella dopo la sua
esplosione.
Sempre nel 1921 iniziano gli
studi su questo oggetto. Lundmark, dopo due anni di
osservazioni fotografiche, giunse alla conclusione che i
gas al suo interno erano ancora in espansione e lo sono
tuttora. Il centro da cui si espandono i gas non coincide
con quello geometrico della nebulosa.
Nel 1964 si scoprì che la
nebulosa è un'intensa sorgente di raggi X.
Ma risale al 1967 la scoperta
più importante: dall'interno della nebulosa proviene
un'emissione di energia intermittente.
In un primo momento ci fu chi
pensò, addirittura, ad una civiltà aliena ma l'ipotesi
fu scartata perché il segnale era ed è troppo monotono
e costante.
Si concluse così che si
trattava di una pulsar, il cui periodo è di 0.033
secondi.
La stima precisa della sua
posizione fu fatta grazie alle osservazioni durante le
occultazioni lunari.
Si è anche scoperto che la
maggior parte dell'energia emessa dalla nebulosa proviene
dai filamenti che scoprì Rosse.
La fotografia con diversi
filtri mette in evidenza le differenti strutture. Con un
filtro rosso spiccano le strutture filamentose che danno
un'idea di caos ed estrema turbolenza; in luce blu
l'oggetto appare, invece, come un'uniforme nebulosa che
circonda ed avvolge i filamenti. Da queste osservazioni
si definisce la particolare struttura dualistica: la
parte più interna consiste in una complicata rete di
sottili filamenti aggrovigliati immersi in una tenue
nebulosità quasi trasparente.
Il migliore periodo per
l'osservazione di questo oggetto è quello invernale.
Attraverso l'uso di un buon
binocolo ed avendo a disposizione una bella serata,
soprattutto buia, lo si può osservare come un debole
batuffolo luminoso.
Per poter iniziare ad
osservare alcuni particolare è necessario disporre un
telescopio da 114 mm attraverso il quale si può
distinguere un rinforzo centrale a forma di S.
Con strumenti superiori ai 20
cm fanno la loro comparsa delle zone più luminose che
coincidono con i filamenti.
I particolari si fanno via
via più evidenti aumentando il diametro dello strumento.
La facilità di trovare
questo oggetto a 2° N ed 1° W dalla z Tauri fa si che meriti di essere osservato.