IL CATALOGO MESSIER


M1 - NGC 1952

NEBULOSA DEL GRANCHIO - CRAB NEBULA

 

 

Posizione aaaaa A.R. 5h 34m, Dec. 22° 01'
Dimensione aa a 6' x 4'
Distanza aaaaaa 2.0kpc - 6500 a.l.
Costellazione aa Toro
Mag. apparente a 8.5

(224 kb)

 

 

Questa piccola nube evanescente è forse l'unico oggetto per il quale l'uomo dispone di un'enorme mole di informazioni storiche e scientifiche.
Sono gli astronomi cinesi della dinastia Sung che ci descrivono per primi la nascita di questo oggetto nelle loro cronache medioevali nel luglio dell'anno 1054:
 

nell'ultimo anno di Chi-ho, della quinta lunazione, il giorno di Chi-ch'ou, una stella brillantissima apparve a circa qualche pollice a SE da Ten Kwan ...

 
ed ancora:
 

durante il terzo mese del quinto anno del regno di Chia-yu, il direttore dell'osservatorio astronomico disse: "la stella meravigliosa è diventata invisibile; era stata visibile anche di giorno come Venere al mattino, con raggi puntati in tutte e quattro le direzioni, il colore era bianco e rossastro e rimase visibile per 23 giorni ...

 

Testimonianze di questo straordinario evento sono state identificate anche nei graffiti rupestri di molte tribù indiane d'America; in particolare lungo tutto il Navajo Canyon e la White Mesa.

Stranamente non ne esistono nell'Europa occidentale, ma considerando che questo evento avvenne in pieno Medioevo si può pensare che sia stato visto come cattivo presagio e non sia stato registrato.
La nebulosa, originata dalla stella, fu visualmente osservata per la prima volta nel 1731 dall'astronomo inglese J. Bevis, ma fu indipendentemente riscoperta da Charles Messier nel 1758.Affascinato dall'oggetto il 12 settembre scriveva:
 

una nebulosità nei pressi del corno meridionale del Toro.

Non contiene stelle ed è di una luce biancastra allungata a guisa di fiamma;

la scoprii durante l'osservazione di una cometa nel 1758.

 

Nel 1800 Lord Rosse osservandola con un telescopio da 180 cm rilevò, oltre al colore biancastro, anche un certo numero di filamenti più luminosi che gli ricordavano le chele e le zampe di un granchio, da cui il nome della nebulosa.
Nel 1921 K- Lundmark, durante che sue osservazioni su questo oggetto notò che la posizione con quella della supernova del 1054.Calcoli successivi rivelarono che si trattava proprio dei resti di questa stella, che nel momento di massimo splendore ebbe una luminosità paro a 300 milioni di soli.
Questa scoperta attirò su M1 l'interesse di molti astronomi, in quanto permetteva di studiare ciò che rimaneva di una stella dopo la sua esplosione.
Sempre nel 1921 iniziano gli studi su questo oggetto. Lundmark, dopo due anni di osservazioni fotografiche, giunse alla conclusione che i gas al suo interno erano ancora in espansione e lo sono tuttora. Il centro da cui si espandono i gas non coincide con quello geometrico della nebulosa.
Nel 1964 si scoprì che la nebulosa è un'intensa sorgente di raggi X.
Ma risale al 1967 la scoperta più importante: dall'interno della nebulosa proviene un'emissione di energia intermittente.
In un primo momento ci fu chi pensò, addirittura, ad una civiltà aliena ma l'ipotesi fu scartata perché il segnale era ed è troppo monotono e costante.
Si concluse così che si trattava di una pulsar, il cui periodo è di 0.033 secondi.
La stima precisa della sua posizione fu fatta grazie alle osservazioni durante le occultazioni lunari.
Si è anche scoperto che la maggior parte dell'energia emessa dalla nebulosa proviene dai filamenti che scoprì Rosse.
La fotografia con diversi filtri mette in evidenza le differenti strutture. Con un filtro rosso spiccano le strutture filamentose che danno un'idea di caos ed estrema turbolenza; in luce blu l'oggetto appare, invece, come un'uniforme nebulosa che circonda ed avvolge i filamenti. Da queste osservazioni si definisce la particolare struttura dualistica: la parte più interna consiste in una complicata rete di sottili filamenti aggrovigliati immersi in una tenue nebulosità quasi trasparente.
Il migliore periodo per l'osservazione di questo oggetto è quello invernale.
Attraverso l'uso di un buon binocolo ed avendo a disposizione una bella serata, soprattutto buia, lo si può osservare come un debole batuffolo luminoso.
Per poter iniziare ad osservare alcuni particolare è necessario disporre un telescopio da 114 mm attraverso il quale si può distinguere un rinforzo centrale a forma di S.
Con strumenti superiori ai 20 cm fanno la loro comparsa delle zone più luminose che coincidono con i filamenti.
I particolari si fanno via via più evidenti aumentando il diametro dello strumento.
La facilità di trovare questo oggetto a 2° N ed 1° W dalla z Tauri fa si che meriti di essere osservato.