La debole compagna di M8 fu
scoperta nel 1747 da Le Gentil che, stranamente la
classificò come ammasso stellare e non come nebulosa.
Il 5 giugno del 1764 anche
Messier, classificandola con il numero 20 del suo
catalogo, incorse nello stesso
errore descrivendola come:
"Un ammasso di
stelle sopra l'eclittica, tra il Sagittario ed il piede
destro di Ofiuco"
Fu, forse, W. Herschel il
primo a soprannominarla "Trifida" dalla sua
caratteristica tripartizione dei gas luminosi a causa
della presenza di canali oscuri.
La parte più settentrionale
e debole della nebulosa è formata da polveri che vengono
illuminati da astri vicini ed appaiono nelle sfumature
del blu mentre quella meridionale è formata da gas che
risplendono per emissione ed appare nelle tonalità del
rosso. Questa duplice natura l'ha fatta classificare come
nebulosa di tipo E+R.
Anche la nebulosa oscura che
taglia M20 da SW a NE è stata classificata con la sigla
B85.
L'estensione dell'oggetto è
paragonabile a quello della Luna Piena, inoltre la
vicinanza della più luminosa M8 ha fatto ipotizzare che
questi due oggetti siano le zone più luminose di una
stessa nebulosa.
All'interno si trovano: la
stella multipla HN40, una gigante bianca ed almeno altre
sei stelle con una magnetudine compresa tra la 7^ e la
14^.
Come la maggior parte degli
oggetti del catalogo anche questo può essere osservato
ad occhio nudo durante una nottata senza Luna come un
fievole batuffolo luminoso sullo sfondo buio del cielo
stellato.
Con un 114mm si osserva una
stella si 7^ circondata da un'alone luminoso privo di
particolari.
E' soltanto con strumenti di
diametro superiore ai 25 cm e con filtri nebulari che si
possono osservare i canali oscuri posti a 120° gli uni
dagli altri da cui deriva il nome della nebulosa.