La selenografia

La selenografia si occupa di riportare su di una mappa le differenti formazioni lunari e di darle un nome.

William Gilbert, nel 1600, fu il primo ad occuparsi della selenografia; nel 1651 venne pubblicata, postuma, la prima mappa lunare da lui redatta. Sulla mappa, che fu disegnata osservando la Luna ad occhio nudo, egli riportava soltanto le macchie chiare e scure che Galileo chiamerà terre e mari.

Galileo Galilei non si mostrò molto interessato ad una rappresentazione particolareggiata della superficie del nostro satellite; egli fece soltanto cinque disegni per il suo scritto "Sidereus Nuncis".

Nel 1644 Michel Florent Van Langren (Langrenius) pubblicò la sua carta, nella quale le regioni erano chiamate Terra della Saggezza, della Pace, ecc. e le zone scure Mare Austriaco, Veneto, ecc.

Nel 1646 Francesco Fontana stese 13 disegni della Luna crescente e 15 della Luna calante.

L'anno dopo Hevelius disegnava 40 carte lunari delle varie fasi e tre mappe della Luna piena nelle quali si osserva il fenomeno della librazione, oltre a ciò egli introdusse una sua nomenclatura che, però, non ebbe successo.

Il gesuita italiano Giovanni Riccioli nel 1651 pubblicò una carta sulla base delle osservazioni del suo allievo Francesco Maria Grimaldi. In essa i nomi delle montagne sono ripresi dalla geografia terrestre (Carpazi, Alpi, Appennini), i nomi dei mari sono di fantasia (mare delle Serenità, della Tranquillità, ecc.) infine quelli dei crateri derivano da personaggi famosi, astronomi e filosofi. Questa nomenclatura ebbe molto successo e molti sono i nomi introdotti successivamente secondo gli stessi criteri. Quando stese la sua nomenclatura Riccioli seguì dei criteri molto particolari, egli diede ai crateri più grandi e più visibili il nome di molti suoi amici importanti, ed a noi sconoscuiti, egli stesso si attibuì un cratere di 160 Km ed il suo allievo un di 220 km di diametro.

Nel 1680 Cassini, astronomo bolognese, pubblicava a Parigi una grande carta della Luna del diametro di 54 cm; in essa le montagne erano rappresentate in modo talmente particolareggiato da assomigliare alle moderne fotografie.

Il lavoro di Cassini rimase il migliore fino al 1775 quando venne pubblicata la mappa postuma di Tobias Mayer in cui appare per la prima volta un sistema di coordinate.

Tre anni dopo inizia il suo lavoro il padre della selenografia moderna Giovanni Geronimo Schöter.

Nei primi del 1800 una nuova tecnica rivoluzionò la cartografia lunare: la fotografia. Nel 1839 Daguerre e nel 1840 Draper effettuano le prime fotografie della superficie lunare. Anche se le prime riprese erano rozze e poco particolareggiate questa tecnica si perfezionò velocemente ed le immagini divennero competitive rispetto ai migliori disegni.

 

Nel 1886 a Parigi venne pubblicato il primo atlante fotografico lunare, l'Atlas photographique de la Lune. Poco dopo Pickering fece un altro atlante fotografico nel quale le varie formazioni lunari sono riprese in cinque periodi diversi, in modo da mostrarle sotto luci differenti.

La cartografia più recente si deve a H. Percy Wilking nel 1946, a lui si deve la scoperta di alcune importante formazione quali il Mare Orientale. Nella carta di Wilking la Luna ha diametro di 7,62 metri ed è stata suddivisa in 25 tavole, i crateri indicati sono più di centomila; per il suo lavoro egli usò il telescopio rifrattore da 83 cm di Meudon.

Nel 1935 l'unione Astronomica Internazionale pubblicava una sua mappa lunare ed introduceva una nomenclatura internazionale. Tale nomenclatura è sostanzialmente quella di Riccioli revisionata che di tanto in tanto viene aggiornata; dal 1959 molti toponimi vennero introdotti, alcuni dei quali riflettono le rivalità tra gli Stati Uniti e l'ex Unione Sovietica che realizzò le prime immagini della faccia oscura della Luna, sulla quale si trovano il mare di Mosca, il cratere Gagarin e Mendelejev.

Dato che il numero delle formazioni lunari è molto maggiore di quello dei personaggi famosi dal 1969 si è incominciato a ricorrere al nome di personaggi ancora viventi; i primi ad ottenere tale dedica erano gli astronauti che nello stesso anno sbarcarono sul nostro satellite: Armstrong, Aldrin e Collins.

In vista delle imprese spaziali gli astronomi avevano bisogno di carte sempre più dettagliate, dal 1960 i diversi satelliti, come i Lunar Orbiter ed i Ranger, che orbitavano attorno alla Luna permisero di conoscere sempre più nel particolare la superficie del nostro satellite.

Sulla superficie della Luna attualmente le formazioni che hanno un nome sono circa 600; i crateri minori, solitamente, riportano il nome del cratere maggiore ed una lettera di seguito. Anche sulla Luna come sulla terra esiste un reticolato di coordinate per conoscere con esattezza la posizione di ogni cratere; la latitudine si misura partendo dall'equatore lunare e la longitudine dal meridiano centrale. Esistono formule apposite per calcolare le coordinate ufficiali di ciascuna struttura.