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N E A R (Incontro con Asteroidi Vicini alla Terra) a cura di Gianandrea Redaelli
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RISULTATI SCIENTIFICI
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La composizione
Mathilde è un asteroide di tipo C (Carbonaceo, cioè composto prevalentemente da Carbonio).
Questo è il primo sorvolo di un asteroide di questo tipo; Ida e Gaspra sono di tipo S (composti da Litio e Nichel), mentre la classe C è quella più numerosa in questi oggetti, ma è anche la più sconosciuta.
I corpi di tipo C sono molto scuri, riflettono il 3% della luce solare, come dire che sono 2 volte più scuri di un pezzo di carbone. Questa colorazione scura si spiega probabilmente con l’abbondante presenza di composti organici a base di Carbonio, rimasti invariati dalla nascita del sistema solare, 4.5 miliari di anni fa.
Il sorvolo ha permesso di stabilire, con un’analisi spettrale, che il corpo è uniforme su tutta la sua massa, cioè è tutto di tipo C. Questa è una conferma del fatto che il corpo è rimasto invariato dai tempi della formazione del sistema solare.
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La struttura
Utilizzando dei segnali di tipo Doppler si è cercato di stabilire se Mathilde sia sempre stato un corpo unico, o se sia invece il prodotto della coesione di corpi più piccoli.
Le misurazioni hanno rilevato una densità molto minore del previsto, segno che il corpo è il risultato dell’assemblaggio di planetesimi (piccoli asteroidi).
Una sorpresa che ha stupito gli scienziati è stata la presenza di numerosi e grandi crateri da impatto. Dato che i crateri da 20 Km di diametro sono profondi circa 10-15 Km, un meteorite capace di scavare un tale cratere avrebbe dovuto frantumare l’asteroide; non è accaduto così.
Dalle immagini sembra che addirittura 1/3 dell’asteroide sia stato distrutto da un impatto.A questo punto ci si è posti questa domanda: come ha fatto un corpo del diametro medio di 52 Km a sopportare un trauma che ha asportato 30 Km di superficie? Per rispondere a questa domanda sarà necessario formulare nuove teorie sulle caratteristiche teoriche di resistenza agli urti di questi corpi.
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La rotazione
A differenza di Ida e Gaspra, che hanno rivelato un periodo di rotazione di 7 e 4 ore, Mathilde gira su sé stessa in 17.4 giorni.
Questo può essere giustificato da un fortissimo impatto meteorico che ha colpito l’asteroide rallentando notevolmente la sua velocità.
C’era da aspettarsi che qualche frammento della superficie, distaccatosi per l’impatto, sia potuto restare in orbita attorno all’asteroide, come nel caso di Ida con il suo piccolo Dactyl.[ Introduzione | Scoperta | Cronologia | Immagini | Risultati | Bibliografia ]
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