Marte


SCHEDA TECNICA
Diametro 6.805 km
Distanza dal Sole 228 milioni di km
Periodo di rotazione (ore) 24,624 (1,026 giorni)
Periodo di rivoluzione (anni) 1,88 (circa 687 giorni)
Gravità (Terra=1) 0,376
Massa (Terra=1) 0,107
Volume (Terra=1) 0,151
Temperatura min/max -140°C / +20°C
Satelliti 2


Marte è il quarto pianeta in ordine di distanza dal Sole e il settimo per dimensioni. E' un pianeta di tipo roccioso, come la Terra, ma rispetto al nostro pianeta è grande la metà.


Il pianeta Marte ripreso dal telescopio spaziale Hubble

Il pianeta Marte ripreso dal telescopio spaziale Hubble


Il caratteristico colore rosso, che si può notare anche ad occhio nudo, è dovuto al fatto che la sua superficie è ricoperta di ruggine, cioè ossido di ferro. A causa della quasi totale assenza di atmosfera la superficie marziana risulta fortemente caratterizzata da montagne e crateri, che non vengono modificati dall'azione erosiva di venti e piogge. Marte ospita infatti il più alto vulcano del Sistema Solare, l'Olympus Mons, che con i suoi 24 km è alto quasi il triplo del monte Everest.


L'Olympus Mons

L'Olympus Mons


Il pianeta ha due satelliti, Phobos e Deimos, due asteroidi catturati dall'attrazione gravitazionale marziana; hanno forme irregolari e sono molto piccoli (27km e 15km rispettivamente).


I satelliti Phobos e Deimos

I satelliti Phobos e Deimos


Marte ha l'asse di rotazione inclinato come la Terra, dunque ha stagioni simili alle nostre ma che durano il doppio in quanto compie una rivoluzione intorno al Sole in circa due anni. I ghiacci presenti nei poli, formati pricipalmente da anidride carbonica, si sciolgono durante l'estate e si riformano nel corso dell'inverno. Sono inoltre presenti tempeste di sabbia e tornadi, chiamati diavoli di sabbia.
Marte è il pianeta più simile alla Terra nel Sistema Solare ma i due pianeti presentano anche notevoli differenze: l'atmosfera marziana ha infatti una densità pari all'1% di quella terrestre ed è composta principalmente da anidride carbonica, che a concentrazioni elevate è letale per l'uomo. Inoltre la temperatura media è molto bassa e si aggira intorno ai -60°C.
Il nome del pianeta deriva dalla sua colorazione rosso sangue, che gli antichi attribuivano al dio della guerra, Ares per i greci e Marte per i romani. Anche il nome dei due satelliti, in italiano "paura" e "terrore", derivano dalla mitologia greco-romana. Sono infatti i due figli di Ares, che nella leggenda accompagnano il padre durante le guerre.
Nel corso della storia contemporanea si sono avvicinate a Marte molte sonde: in ordine abbiamo il Mariner 4, i Mars 2 e 3, i Viking 1 e 2, i Phobos 1 e 2, il Mars Observer, il Mars Global Surveyor, il Phoenix Mars Lander, lo Spirit e l' Opportunity e per ultimo, il 6 Agosto 2012 il rover Curiosity della NASA. Con i Viking abbiamo ottenuto le prime foto di Marte, mentre grazie al Mars Global Surveyor abbiamo per la prima volta potuto mappare l'intero pianeta. Il phoenix Mars Lander fu invece il primo modulo dotato di braccio meccanico. Grazie ad esso si riuscì a scoprire una sostanza che si rivelò poi essere acqua. Il rover Opportunity sta continuando ad indagare circa la possibile presenza di forme di vita presente o passata sul pianeta rosso.


Il rover Curiosity della NASA

Il rover Curiosity della NASA


Attualmente, grazie all' osservazione di particolari formazioni geologiche formatesi a causa dell'erosione dei fiumi, sappiamo che in passato su Marte c'era acqua allo stato liquido. Questo ci porta a pensare che probabilmente un tempo la vita marziana era in effetti esistita. Nel 1996 in Antartide è inoltre stato ritrovato un meteorite marziano contenente strane formazioni rocciose che potevano far pensare a dei fossili di nanobatteri, ma le ultime analisi attribuiscono queste formazioni a semplici minerali rocciosi.
L'astronomo Giovanni Virginio Schiaparelli, a cui è stato intitolato il nostro Osservatorio, è stato uno dei primi, nel 1877, ad attribuire un nome alle varie zone della superficie del pianeta e a creare quindi la prima mappa di Marte. Molti di questi nomi sono tuttora utilizzati. Dalla mappatura di Schiaparelli è nato il mito della vita su Marte, perché nella sua mappa l’astronomo disegnò dei canali che in inglese vennero erroneamente tradotti come “canals” cioè canali artificiali. Si pensò quindi che si trattassero di costruzioni artificiali realizzate dai marziani per irrigare i terreni e per lungo tempo l’opinione pubblica rimase convinta dell’esistenza di una civiltà aliena su Marte. Negli anni ’60 con l’avvento delle sonde spaziali si mise la parola fine a queste credenze dimostrando che i canali osservati da Schiaparelli erano dovuti a delle illusione ottiche.
Per l’esplorazione umana del pianeta dovremo aspettare ancora diversi anni ma sia la NASA che l’ESA hanno dei progetti a riguardo e sono già stati condotti esperimenti e simulazioni. Uno dei problemi è la lunga permanenza nello spazio a cui sarebbero sottoposti gli astronauti, ben 6 mesi per andare e 6 mesi per tornare, un tempo lunghissimo per la sopravvivenza umana al di fuori della Terra.
Attualmente c'è la tecnologia solo per il viaggio di andata...


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