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CUPOLA DI LEVANTE
"MERZ - SPINA"
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Donata dai coniugi Adele e Sai Vita, fu costruita nel 1964 dalle Officine S. Benedetto di Firenze.
Ha un diametro di 6 metri ed è rivestita in rame.
Fino al 29 dicembre 1983 ha ospitato il
telescopio Merz-Cooke, sostituito
nel marzo 1984, dall'attuale riflettore Marcon, dopo
lavori di ristrutturazione del basamento.
E' azionata da tre motori, che presiedono alla
rotazione, all'apertura del vano di osservazione e alla tenda; quest'ultima serve come
diaframma per l'eccesso di luminosità durante la Luna piena e per la protezione dalla
radiazione solare diretta.
La colonna dello strumento realizzata con 5000 mattoni, è indipendente
dall'edificio e poggia le sue fondamenta sulla roccia con una base di 250 cm. di diametro.
La circonda una piattaforma girevole con annesso elevatore idraulico che consente di portare
tre persone per volta al fuoco Newtoniano.
Il riflettore Marcon ha montatura equatoriale a forcella con movimenti elettrici micrometrici
in ascensione retta ed in declinazione. Lo specchio parabolico ha diametro di 600 mm ed è
abbinato ad uno specchio ellittico piano (fuoco Newton) o iperbolico (fuoco Cassegrain).
Per il puntamento lo strumento è dotato di un cannocchiale cercatore del diametro di 150 mm
e di un puntatore Zeiss da 80 mm presso il fuoco Newtoniano.
Il telescopio Marcon è dotato di strumentazione ad alta tecnologia per l'acquisizione di immagini
digitali ad alta definizione mediante camere CCD (Charge Couple Device).
La prima, modello SBIG ST4, dotata di un sensore quadrato con una superficie di 5.76 mm^2 serve
per la guida elettronica automatica, montata sul rifrattore da 150 mm. f=2000.
La seconda, modello HI-SIS 33 ha dimensioni maggiori: il sensore quadrato ha una superficie di
94.9 mm^2 ed è applicata al fuoco newtoniano. Il telescopio è munito di un dispositivo che consente
contemporaneamente l'osservazione ottica visuale diretta.
Entrambe queste camere CCD sono gestite da un PC Pentium che raccoglie e memorizza le immagini
digitali acquisite oltre a visualizzarle sul monitor. E' quindi possibile procedere alla loro
elaborazione mettendo in evidenza particolari dell'oggetto celeste osservato, invisibili con
una normale camera fotografica.
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