La nomenclatura ufficiale di alte e basse pressioni

a cura di Paolo Valisa

La pratica di attribuire un nome alle alte e basse pressioni che si alternano sulla scena meteorologica, risale alla seconda guerra mondiale, quando la marina americana iniziò a nominare i tifoni dell'oceano Pacifico con nomi femminili, per non confonderli tra di loro.
Nel 1954, Karla Wege, studente all'Institute for Meteorology della Free University (FU) di Berlino e successivamente presentatrice meteo alla ZDF (Secondo canale della TV tedesca), propose di dare un nome a tutti i vortici, sia alte che basse pressioni che interessassero l'Europa Centrale. Fu così che l'Institute for Meteorology iniziò ad attribuire nomi maschili alle alte pressioni e femminili alle basse pressioni, per seguirne più facilmente l'evoluzione sulle mappe meteorologiche, a seguito di un’autorizzazione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (Omm), ente designato dall’Onu.


Mappa di analisi sull'Europa con la nomenclatura attribuita dall'Università di Berlino

Nel 1998 si ritenne discriminatorio attribuire nomi maschili ai sistemi che portano il bel tempo (alte pressioni) e nomi femminili alle basse pressioni, pertanto si decise di scambiare i ruoli di nomi maschili e femminili ad anni alterni.
A partire dal novembre 2002, la lista di nomi venne compilata a partire da suggerimenti del pubblico, accompagnati da una donazione per il mantenimento dello “Students Observation Service” alla stazione meteorologica 10381 (Berlin-Dahlem).
Anche gli uragani tropicali e i cicloni che interessano gli Stati Uniti sono nominati dalla NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), in base a sei liste di nomi maschili e femminili che si ripetono dopo sei anni.



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